FKT: Roberto De Gasperi, Michele Mattivi, Filippo Caon - Cammino San Vili Alto & Basso (Italy) - 2023-05-28

Route variation
Cammino alto
Multi-sport
No
Gender category
Male
Style
Supported
Start date
Finish date
Total time
13h 33m 19s
GPS track(s)
Report

Il diluvio, il Lamone che esonda, il Passatore salta. Cerchiamo un’alternativa e pensiamo a un percorso che tutti avevamo in testa da un po’: il Cammino San Vili. Saliamo in macchina da Trento sul presto, per arrivare a Madonna di Campiglio verso le 08:45. In macchina siamo: io (Filippo Caon, da qui in poi “Filo”), Roberto “Roby” De Gasperi e Michele “Micky” Mattivi, come corridori; Daniele Albertini e Martino Salvaro in qualità di crew. Dopo una veloce colazione al bar siamo andati all’ufficio turistico per il primo timbro del cammino, e poi alla chiesa di San Vigilio, dove abbiamo iniziato la traversata, alle 09:16 di mattina. I primi 30 chilometri sono molto veloci: tutti in discesa, tanto asfalto e ciclabile. A Pinzolo ci siamo fermati per fare il timbro all’ufficio turistico, e abbiamo sbagliato allungando di un paio di chilometri di ciclabile. Abbiamo rigorosamente fatto il giro di tutte le chiese di Pinzolo, come vuole il percorso del cammino. Da qui ancora discesa fino a Ches: per lavori forestali il sentiero che porta a Passo Daone era chiuso, e siamo dovuti tornare indietro fino a Ches per salire dalla strada asfaltata (il tutto ci è costato altri 7km rispetto alla traccia .gpx originale). Salita al passo molto lunga, primo ristoro, e poi discesa. Da qui in poi il cammino cambia, ci sono strappi molto duri e noi abbiamo usato molto i bastoncini. A Stenico abbiamo avuto un secondo ristoro (dopo una breve sosta da gentili ciclisti parcheggiati bordo strada). L’ufficio turistico era già chiuso, quindi niente timbro qui. Il tratto che da Stenico porta a Ranzo è tutto in mezza costa, passa per dei paesini, strade bianche e tratti asfaltati, prima di una bellissima ultima salita con vista sulla Gola di Limarò. Da Ranzo a Ciago inizia un tratto piuttosto noioso, con una discesa abbastanza nervosa e con erba alta (è una zeccara). Il cielo si stava annuvolando e il morale è leggermente calato. A Ciago abbiamo avuto l’ultimo ristoro: ci siamo controllati le zecche, ci siamo rifocillati e siamo partiti per l’ultimo pezzo, che è forse uno dei più belli: da qui ai laghi di Lamar si percorre una strada bianca in mezzo a una prateria dominata dalla Paganella soprastante a sinistra, e il Lagorai davanti, dietro alle cime di Trento che spuntano dal Sorasass. Dai laghi di Lamar al Sorasass inizia l’ultima salita (anzi le ultime due): ancora zecche, ma molto bello; si vedono le luci della Val d’Adige all’imbrunire, infine una vista su Trento. Discesa dal Sorasass corribile all’inizio, impennata invece nell’ultimo tratto, fino a sbucare a metà strada tra la falesia della Vela e il centro del quartiere, che porta fino a Piedicastello, e poi a Trento. Abbiamo fermato l’orologio sul portone del Duomo, in vua Verdi. Esperienza bellissima, siamo stati bene tra di noi, ci siamo goduti il viaggio: in gara magari saremmo andati di più? Forse, ma non ci siamo risparmiati e siamo contenti del nostro tempo, comunque molto migliorabile